Teatro

Teatri in difficoltà: un appello sul rimborso dei biglietti

Teatri in difficoltà: un appello sul rimborso dei biglietti

Cosa possiamo fare per dare una mano ai nostri teatri? Un appello agli spettatori: non richiedere subito il rimborso dei biglietti.

L'intero settore culturale non ha mai goduto di particolari riguardi o cure, a partire dagli operatori che gravitano sopra e attorno al proscenio. Si tratta spesso di figure (artisti, tecnici, organizzatori, ecc.) il cui status professionale è ben poco tutelato, nonché sfornito di ammortizzatori sociali. 

Solo vagamente immaginabili risultano, pertanto, gli effetti della devastazione derivata dal Coronavirus e dalla sua rapida e capillare diffusione. Moltissimi e distruttivi i danni che stanno colpendo innumerevoli campi dell’economia e, a maggior ragione, quello teatrale, da sempre (bis)trattato come il fanalino di coda.

Soltanto ai primi di marzo – a seguito del decreto datato 23 febbraio, che portò alla sospensione degli spettacoli in Lombardia, poi in Emilia Romagna e in Liguria – si contavano in una settimana, stando ai dati Siae, oltre 11 milioni di euro persi per i soli teatri lombardi. Ora che i giorni stanno passando, e le misure per contenere il contagio via via si inaspriscono arrivando a toccare l’intero territorio nazionale, le perdite sono giunte al punto da essere difficilmente misurabili

La difficile situazione dei teatri

I teatri italiani sono chiamati a fronteggiare uno scenario affatto inedito, per ognuno di noi e per loro. Le problematiche di questi tempi stanno costringendo a sforzi immani tutte le persone che lavorano e hanno a che fare con il mondo degli spettacoli dal vivo. S’è dovuto procedere a riprogrammare in tempi assai stretti e stringenti il calendario di circa metà stagione, tentando di fare il possibile per incastrare gli spettacoli in date compresse, con palesi e materiali difficoltà nel garantire la riprogrammazione completa delle messinscene sospese, il cui numero s’annovera nel triste ordine delle migliaia, come fa sapere l’AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo). 

Ma non è finita qui. Ciò che più preoccupa gli addetti ai lavori, e inevitabilmente, tutti quelli che amano il teatro, è l’eventualità (non remota a giudicare dalla complessità del disastro) di non riuscire a programmare nemmeno la prossima stagione teatrale.

L’atto di solidarietà di ciascuno di noi

Cosa si può fare in tale infausto stato di cose? Innanzitutto, è bene armarsi di pazienza. Richiedere nell'immediato la riprogrammazione o il rimborso dei biglietti, per quanto lecito, non sarebbe atto di solidarietà col comparto teatrale, né di comprensione e vicinanza alla già drammatica situazione in cui naviga. 

L’invito che ognuno può fare, a sé e agli altri, è quello di aspettare la riprogrammazione degli spettacoli che sono stati sospesi e non richiedere subito il rimborso del biglietto o dell’abbonamento. Ciò consentirebbe, anche se solo in minima parte, a non aggravare ulteriormente il danno economico che si sta subendo in questo difficile momento.

Si tratta d’un gesto di grande importanza, che andrebbe a sostenere a livello finanziario ed affettivo i Teatri, le compagnie e gli artisti che ci piace continuare ad andare a vedere. E sarebbe rispettoso del legame che sussiste tra gli spettatori e il teatro, che cerca sempre di offrire cartelloni e rappresentazioni da cui ciascuno può trarre beneficio, semplicemente stando seduti sulle sue comode poltroncine rosse. 

Esortiamo dunque tutti ad un atto di solidale premura, che non faccia sentire isolati e ancora più ostacolati gli attori, quelli che domani potremmo di nuovo guardare dalle sedute delle nostre care sale e platee.
 

Le programmazioni dei Teatri italiani e degli spettacoli le trovate qui: TUTTI GLI SPETTACOLI IN SCENA